martedì 28 dicembre 2010
L'esplosivo piano di Bazil
Il cinema francese secondo la lezione di Jacques Tatì in una favola moderna intelligente, ben recitata, ben fotografata, che offre occasioni di riflessioni incidentali, ma molto adeguate, sulla incapacità del mondo di vedere se stesso se non attraverso l'uso pervasivo dei media e della rete, come ben si vede nella sequenza finale.
lunedì 27 dicembre 2010
domenica 19 dicembre 2010
Genitori e Figli: agitare prima dell'uso
domenica 21 novembre 2010
mercoledì 17 novembre 2010
Stanno tutti bene
domenica 14 novembre 2010
The Social Network
Come instant-movie è perfetto!
Eventuali enfatizzazioni aggiungono colore a un racconto molto preciso di come avvengano le cose in America, in quelle università blasonate, con rette stratosferiche, che permettono l'accesso a genietti benestanti che possono trovare altri meno geniali ma più dotati di acume finanziario e capitali per dare corpo ai sogni.
La storia raccontata non ha nessuna importanza, contano solo i dettagli: le confraternite universitarie, i venture capitalist che ci mettono i soldi, la violenta e redditizia estromissione di chi non è più utile o addirittura pericoloso per la compagnia.
Tutte cose che da noi sono impossibili da fare: da noi non si fa gioco di squadra, ci si becca come i polli di Renzo in infiniti battibecchi improduttivi, anche in aule di tribunale dove le cause si trascinano per anni, mentre nel film vediamo che tutte le controversie si sistemano da gentiluomini con duelli rituali assistiti da avvocati poco azzeccagarbugli.
Eventuali enfatizzazioni aggiungono colore a un racconto molto preciso di come avvengano le cose in America, in quelle università blasonate, con rette stratosferiche, che permettono l'accesso a genietti benestanti che possono trovare altri meno geniali ma più dotati di acume finanziario e capitali per dare corpo ai sogni.
La storia raccontata non ha nessuna importanza, contano solo i dettagli: le confraternite universitarie, i venture capitalist che ci mettono i soldi, la violenta e redditizia estromissione di chi non è più utile o addirittura pericoloso per la compagnia.
Tutte cose che da noi sono impossibili da fare: da noi non si fa gioco di squadra, ci si becca come i polli di Renzo in infiniti battibecchi improduttivi, anche in aule di tribunale dove le cause si trascinano per anni, mentre nel film vediamo che tutte le controversie si sistemano da gentiluomini con duelli rituali assistiti da avvocati poco azzeccagarbugli.
mercoledì 10 novembre 2010
domenica 31 ottobre 2010
Inception
Matrix è il film che segna l'epoca in cui la simulazione di un intero mondo era diventata reale per molti: dai mirabolanti utili delle .com ai bond argentini, dai bilanci tutti lustrini di banche e governi, tutto veniva simulato dai computer.
Poi ci siamo svegliati e staccati da una gigantesca Matrix fatta di notizie addomesticate, quotazioni manovrate, bilanci fasullissimi ma certificati.
Ora il mondo è alla deriva: nemmeno Mephisto-Obama ha una Nabucodonosor per distruggere la Matrix, e allora bisogna passare a un livello superiore: manovrare i sogni.
Inception è un film epocale, ci dice che dalla simulazione occorre passare a farci sognare di tornare al livello precedente, che gli architetti del potere stanno costruendo un mondo ancora più fasullo da incistare nelle menti dei poveri umani senza più sogni.
Inception è un film perfetto, e non per ragioni tecniche, di trama o di regia, ma perché segna un punto di svolta culturale, come lo fu il Dottor Stranamore, Arancia Meccanica, Apocalypse Now e The Matrix.
Poi ci siamo svegliati e staccati da una gigantesca Matrix fatta di notizie addomesticate, quotazioni manovrate, bilanci fasullissimi ma certificati.
Ora il mondo è alla deriva: nemmeno Mephisto-Obama ha una Nabucodonosor per distruggere la Matrix, e allora bisogna passare a un livello superiore: manovrare i sogni.
Inception è un film epocale, ci dice che dalla simulazione occorre passare a farci sognare di tornare al livello precedente, che gli architetti del potere stanno costruendo un mondo ancora più fasullo da incistare nelle menti dei poveri umani senza più sogni.
Inception è un film perfetto, e non per ragioni tecniche, di trama o di regia, ma perché segna un punto di svolta culturale, come lo fu il Dottor Stranamore, Arancia Meccanica, Apocalypse Now e The Matrix.
domenica 24 ottobre 2010
Wall Street Il denaro non dorme
Una specie di Pretty Woman, con l'happy-end obbligatorio, che non ci fa capire niente della crisi finanziaria ed è solo occasione per Oliver Stone di giocare al fustigatore della corrotta società americana - ma con frusta di velluto - anche perché pure Hollywood allatta alla tetta delle finanza strutturata.
Un film che merita l'immortale critica del rag. Ugo Fantozzi:
trattasi di una boiata pazzesca.
Un film che merita l'immortale critica del rag. Ugo Fantozzi:
trattasi di una boiata pazzesca.
domenica 17 ottobre 2010
sabato 25 settembre 2010
Apocalypto
domenica 19 settembre 2010
domenica 12 settembre 2010
The American
domenica 5 settembre 2010
Giustizia Privata
I Mercenari
sabato 21 agosto 2010
Pandorum
venerdì 20 agosto 2010
Mad Men
Dovrebbe essere utlizzata come corso di managment, marketing e pubblicità.
Ottima ricostruzione, molto curata, con personaggi ben delineati e sopratutto realistici che delineano tramite il loro privato la storia di un'epoca recente, non ancora storia, ma che deve essere conosciuta dai giovani per capire le basi del mondo moderno.
Ottima ricostruzione, molto curata, con personaggi ben delineati e sopratutto realistici che delineano tramite il loro privato la storia di un'epoca recente, non ancora storia, ma che deve essere conosciuta dai giovani per capire le basi del mondo moderno.
domenica 1 agosto 2010
Il solista
Una partitura per immagini e sentimenti che colpiscono dentro l'anima.
E una perfetta esecuzione.
sabato 31 luglio 2010
The box
lunedì 26 luglio 2010
L'uomo nell'ombra
L'unica cosa bella del film sono le gambe di Kim Cattral.
Insulso, scontato, patetico.
domenica 25 luglio 2010
Basilicata coast to coast
sabato 10 luglio 2010
Bright Star
Un acquerello lirico di grande intensità ed emozione dove la mano di Jane Campion guida con delicatezza attori perfetti nel rendere per immagine una storia sublime di poesia ed amore.
venerdì 9 luglio 2010
Il segreto dei suoi occhi
Una storia dell'Argentina prima della mattanza raccontata attraverso il vissuto di gente perbene che vede da tenui segnali l'avvicinarsi dell'uragano.
mercoledì 7 luglio 2010
La papessa
lunedì 5 luglio 2010
The road
domenica 4 luglio 2010
giovedì 24 giugno 2010
Io sono l'amore
Il regista si crede Ermanno Olmi, dipinge una borghesia milanese che non esiste, incipria il tutto con l'immancabile drammone gay, - anche se questa volta al femminile - , e nemmeno la iconica Tilda Swinton, pur con un perfetto phisique du role della sciura milanes ex modella imbarcata, può salvare un totale spreco di pellicola.
La cosa più ridicola è un rampollo di una dinastia industriale milanese che si chiama Tancredi che si contende il nastro d'argento con il cuochino novelle cuisine e la povera Marisa Barenson, altra icona del cinema, però quello di Stanley Kubrick, costretta a fare un'altra improbabiile sciurona.
La cosa più ridicola è un rampollo di una dinastia industriale milanese che si chiama Tancredi che si contende il nastro d'argento con il cuochino novelle cuisine e la povera Marisa Barenson, altra icona del cinema, però quello di Stanley Kubrick, costretta a fare un'altra improbabiile sciurona.
domenica 20 giugno 2010
La valigia sul letto
sabato 15 maggio 2010
Sherlock Holmes
Agorà
Bellissima storia dedicata a un grande donna, la matematica, astronoma e filosofa Ipazia, magnificamente interpretata da quello zucchero di donna che è Rachel Weisz.
Un efficace racconto sul fanatismo religioso sanguinario che cerca di spegnere la ricerca della verità scientifica e di conseguenza il progresso dell'umanità.
Stupende certe immagini che mostrano i fanatici come scarafaggi impazziti e il contrasto fra la solarità di Ipazia e lo sporco anche anche fisico dei suoi persecutori.
Da proiettare nelle scuole!
domenica 9 maggio 2010
lunedì 3 maggio 2010
sabato 17 aprile 2010
A single man
Lezioso, noioso, artificioso, molto Vogue, ma poco sincero, totale mancanza di coraggio.
Qualche notevole preziosismo nella scenografia, sopratutto nella fotografia, ma d'altra parte Tom Ford è uno stilista, uno che può costruire una pregevole serie di quadri, ma poco capace di rendere con veritá le sofferenze per la perdita di una persona amata.
Colin Firth ingessato, Julienne Moore semplicemente ridicola in lungo.
Qualche notevole preziosismo nella scenografia, sopratutto nella fotografia, ma d'altra parte Tom Ford è uno stilista, uno che può costruire una pregevole serie di quadri, ma poco capace di rendere con veritá le sofferenze per la perdita di una persona amata.
Colin Firth ingessato, Julienne Moore semplicemente ridicola in lungo.
domenica 11 aprile 2010
Green Zone
Per la nuova serie dietrologica gli americani sapevano che Saddam non aveva le armi di distruzione di massa, un film scattoso, adrenalinico, veloce, pieno di azione dove si cerca di farci vivere l'atmosfera dell'Iraq, occupato ma non prostato, fra spie, intrighi e sofisticate tecnologie dell'informazione che hanno però sempre bisogno dell'uomo sul campo, (e dell'informatore locale), per venire a capo di un'intrigo internazionale.
Matt Damon è credibile come militare, bravi anche gli altri, un po' troppo sullo sfigato la giornalista investigatrice, ma forse così è nella realtà effettuale.
Matt Damon è credibile come militare, bravi anche gli altri, un po' troppo sullo sfigato la giornalista investigatrice, ma forse così è nella realtà effettuale.
venerdì 9 aprile 2010
Chloe
mercoledì 7 aprile 2010
Departures
Non c'è niente di più normale della morte, dice il protagonista.
Un giovane e la morte, il suo futuro che si alimenta dal naturale disfacimento degli altri umani, la pietas nel riconoscere dignità e rispetto al corpo ormai oggetto, le brevi esistenze dei viventi e l'eternità di Beethoven, i ritmi della natura indifferente alle effimere esistenze di umani che non vogliono e non possono riconoscerlo.
Un film elegante, poetico, lieve, un poema alla vita dove la morte è solo un contrappunto necessario alla melodia di incontri, amori, affetti.
Dopo averlo visto capisco l'Oscar assegnatogli come miglior film straniero, anche se resto dell'idea che forse lo avrebbe meritato il Nastro Bianco, pur essendo i due film del tutto incomparabili: Departures è una sintesi sublime dei migliori sentimenti degli umani mentre Das Weiss Band è un Guernica in necessario e netto bianco e nero, brutale rappresentazione dell'umana ferocia.
Un giovane e la morte, il suo futuro che si alimenta dal naturale disfacimento degli altri umani, la pietas nel riconoscere dignità e rispetto al corpo ormai oggetto, le brevi esistenze dei viventi e l'eternità di Beethoven, i ritmi della natura indifferente alle effimere esistenze di umani che non vogliono e non possono riconoscerlo.
Un film elegante, poetico, lieve, un poema alla vita dove la morte è solo un contrappunto necessario alla melodia di incontri, amori, affetti.
Dopo averlo visto capisco l'Oscar assegnatogli come miglior film straniero, anche se resto dell'idea che forse lo avrebbe meritato il Nastro Bianco, pur essendo i due film del tutto incomparabili: Departures è una sintesi sublime dei migliori sentimenti degli umani mentre Das Weiss Band è un Guernica in necessario e netto bianco e nero, brutale rappresentazione dell'umana ferocia.
martedì 6 aprile 2010
Il piccolo Nicolos e i suoi genitori
Il mondo di quando si stava meglio quando si stava.....meglio, quando i bambini avevano i diritto di avere sogni e paure puerili e anche i grandi non sognavano che la ricchezza degli affetti condita di solo un po' di benessere.
Il cinema francese sta ritrovando quel modo di raccontare lieve e delicato che con un sorriso riesce a parlare del bello delle persone e di quelle assolutamente speciali che sono i bambini.
E quelli di questo film lo sono ancora di più per la capacità di farci rivivere il mondo di una generazione fortunata che ha avuto abbastanza, ma non troppo, insegnanti dolci e preparate e sopratutto un futuro dove si poteva sognare di diventare qualsiasi cosa, anche un bravo regista.
Il cinema francese sta ritrovando quel modo di raccontare lieve e delicato che con un sorriso riesce a parlare del bello delle persone e di quelle assolutamente speciali che sono i bambini.
E quelli di questo film lo sono ancora di più per la capacità di farci rivivere il mondo di una generazione fortunata che ha avuto abbastanza, ma non troppo, insegnanti dolci e preparate e sopratutto un futuro dove si poteva sognare di diventare qualsiasi cosa, anche un bravo regista.
domenica 4 aprile 2010
Mine vaganti
Gli attori ci stanno, la regia no, il tema è fritto e rifritto, una specie di "Indovina chi viene a cena" dove invece del nero arriva il figlio gay, anzi due, un segno dell'arretratezza culturale del nostro cinema che preferisce il tema finto-impegnato del privato al confrontarsi con la terribile realtà dell'amoralità della vita pubblica.
Sceneggiatura ricca di scene inutili che rallentano e ammosciano una pasta che non riesce a lievitare.
Stilemi registici abbastanza stantii come l'infarto in diretta con la banalissima tirata di tovaglia imbandita; purtroppo Fantastichini non muore e dobbiamo sorbircelo per il resto del film con i suoi eccessivi pianti paterni e risate fasulle per mascherare la vergogna del figlio gay.
Uno spreco totale della professionalità della Occhini, - anche se un po' troppo caricata -, e quella di Lucetta Savino, sempre equilibrata; il personaggio di Elena Sofia Ricci è del tutto inutile, decorativa la Nicole Grimaudo, ma non si capisce a che serve.
Colonna sonora manieristica, fastidiosa, spesso inopportuna.
Un film noioso, farcito di riempitivi, anche ridanciani, al limite della caricatura, il tutto per far passare il tempo e giustificare il furto del biglietto.
Comunque potrebbe passare alla storia del cinema per la scena dell'abboffata di dolci, una delle cose più idiote mai viste su uno schermo cinematografico.
Sceneggiatura ricca di scene inutili che rallentano e ammosciano una pasta che non riesce a lievitare.
Stilemi registici abbastanza stantii come l'infarto in diretta con la banalissima tirata di tovaglia imbandita; purtroppo Fantastichini non muore e dobbiamo sorbircelo per il resto del film con i suoi eccessivi pianti paterni e risate fasulle per mascherare la vergogna del figlio gay.
Uno spreco totale della professionalità della Occhini, - anche se un po' troppo caricata -, e quella di Lucetta Savino, sempre equilibrata; il personaggio di Elena Sofia Ricci è del tutto inutile, decorativa la Nicole Grimaudo, ma non si capisce a che serve.
Colonna sonora manieristica, fastidiosa, spesso inopportuna.
Un film noioso, farcito di riempitivi, anche ridanciani, al limite della caricatura, il tutto per far passare il tempo e giustificare il furto del biglietto.
Comunque potrebbe passare alla storia del cinema per la scena dell'abboffata di dolci, una delle cose più idiote mai viste su uno schermo cinematografico.
sabato 3 aprile 2010
Il profeta
L'universo carcerario con le sue anime perse, senza melensaggini giustificazioniste, umani in trappola fra culture incociliabili, ufficiose gerarchie feroci, omosessualità più voluta che subita, outsider corsi e magrebini più ospiti indesiderati che veri cittadini francesi, il carcere Sorbona del crimine, dove s'impara a leggere mentre si diventa imprenditore del traffico, muri, celle e sbarre che non fermano la diplomazia fra le bande, gli ordini di guerra, le vendette, gli accordi con avvocati, guardie e magistrati, un mondo isolato, alieno ma non più diverso dal mondo dei buoni borghesi.
Si potrebbe mostrarlo nelle scuole se l'anormalità della devianza non fosse così normale da poter far passare il messaggio che in fondo stare in galera è quasi una villeggiatura come canta una vecchia canzone mafiosa.
Trama ordinata, senza slabbrature, ritmo giusto, più docu-fiction che film, vita vissuta e realtá sparata in faccia allo spettatore, senza sconti e infingimenti.
Colonna sonora scarna, non invasiva, perfetta nel finale, una vera chicca!
Si potrebbe mostrarlo nelle scuole se l'anormalità della devianza non fosse così normale da poter far passare il messaggio che in fondo stare in galera è quasi una villeggiatura come canta una vecchia canzone mafiosa.
Trama ordinata, senza slabbrature, ritmo giusto, più docu-fiction che film, vita vissuta e realtá sparata in faccia allo spettatore, senza sconti e infingimenti.
Colonna sonora scarna, non invasiva, perfetta nel finale, una vera chicca!
domenica 28 marzo 2010
È complicato
Fuori controllo
Un pastrocchio brutto con un sacco di morti, un canovaccio abusato e stantio di senatori, industrali e servizi segreti, ovviamente tutti super-cattivissimi che tramano e ammazzano per il denaro e il potere.
Inconsistente, prevedibile e noioso, Mel Gibson ammalato è assolutamente fuori luogo e poco credibile.
Deve abboffarsi e bere di meno se vuole apparire emaciato.
Inconsistente, prevedibile e noioso, Mel Gibson ammalato è assolutamente fuori luogo e poco credibile.
Deve abboffarsi e bere di meno se vuole apparire emaciato.
sabato 27 marzo 2010
Alice in Wonderland
Per chi ha letto Alice in Wonderland e Through the looking glass, basta la parte che va dal viaggio in carrozza di Alice con la madre (la magnifica Lindsay Duncan) a quando la ragazza finisce nella tana del Bianconiglio, per comprendere che Tim Burton ha intuito il messaggio di Caroll, un matematico e un logico che attraverso un racconto, - che sembra per bambini - ci porta sulla strada dell'apparente non-sense.
Già dalla scena sul prato è evidente che Alice non è come gli altri, figurine statiche di libro ottocentesco, lei è l'unica che sembra avere vita, Alice è al di là del bene e del male, è non-convenzionale e deve solo scoprirlo inseguendo un coniglione bianco, in panciotto, in un mondo dove tutto può accadere, un mondo di libertà creativa e, perchè no, anche scientifica.
Il resto del film serve a dare uno scopo a quella parte iniziale e, benchè un film con tante animazioni, l'immergersi nel mondo del Bianconiglio e della Regina Rossa diventa per noi naturale come vivere nell'abituale banale realtà a quattro dimensioni.
Felicissima la scelta di un Alice adulta che, dopo le avventure nel sottomondo, diventa padrona di se stessa, pronta alla scoperta del mondo reale, e Mia Masikowska fornisce un'ottima interpretazione della ragazza che matura e cresce attraverso i suoi dubbi.
Johnny Depp e Elena Bonham Carter dimostrano ancora una volta di essere attori completi, capaci di dare vita reale, palpitante e vibrante a personaggi da favola...ma non troppo.
Buon non-compleanno a tutti!
lunedì 22 marzo 2010
Revanche
Una bella storia, con qualche lentezza e ripetizioni iconiche inutili, eccessi nei rumori di fondo e fermi immagine di poca rilevanza semantica.
Bravi gli interpreti che introiettano perfettamente il ruolo di persone nelle trappole delle proprie vite, a volte necessarie, a volte per caso, a volte per inseguire progetti disperati.
Magnifico il messaggio sotteso del perpetuarsi della vita nonostante la morte sempre operativa e sempre in agguato.
Bravi gli interpreti che introiettano perfettamente il ruolo di persone nelle trappole delle proprie vite, a volte necessarie, a volte per caso, a volte per inseguire progetti disperati.
Magnifico il messaggio sotteso del perpetuarsi della vita nonostante la morte sempre operativa e sempre in agguato.
domenica 21 marzo 2010
L'amante inglese
Una noiosa lenta assurda storia di corna anglo-catalane fra una chiropratica stagionatella e un manovale ex galeotto.
Economia di costumi, sia per i molti nudi, anche en plain aire, sia perchè la Thomas porta sempre le stesse pezze: gonna rossa e maglietta verde, che asciuga anche con il phon in albergo.
Storia di un amore che si scontra con le difficoltà economiche.
Ah! La crisi mette in crisi pure le corna!
Un finale in linea con il resto, senza senso e senza possibilità di appello: una vera schifezza!
Economia di costumi, sia per i molti nudi, anche en plain aire, sia perchè la Thomas porta sempre le stesse pezze: gonna rossa e maglietta verde, che asciuga anche con il phon in albergo.
Storia di un amore che si scontra con le difficoltà economiche.
Ah! La crisi mette in crisi pure le corna!
Un finale in linea con il resto, senza senso e senza possibilità di appello: una vera schifezza!
sabato 20 marzo 2010
Shutter Island
La mano dell'artigiano Scorsese c'è tutta, ma si vede che è un film manieristico fatto per cercare di acchiappare un Oscar.
Ma non bastano le solite strizzatine d'occhio contro il nazismo, nè fare continue citazioni di antichi capolavori e neppure mettere in campo Di Caprio, Max von Sidow & C. per fare un film di sostanza con un messaggio educativo o, almeno, solo intrattenere il pubblico pagante.
Dopo lo stomachevole Quentin Tarantino di Inglorious basterds, un altro regista-mito si candida a portare il cane ai giardinetti.
Ma non bastano le solite strizzatine d'occhio contro il nazismo, nè fare continue citazioni di antichi capolavori e neppure mettere in campo Di Caprio, Max von Sidow & C. per fare un film di sostanza con un messaggio educativo o, almeno, solo intrattenere il pubblico pagante.
Dopo lo stomachevole Quentin Tarantino di Inglorious basterds, un altro regista-mito si candida a portare il cane ai giardinetti.
Che fine hanno fatto i Morgan?
lunedì 15 marzo 2010
Invictus
domenica 7 marzo 2010
sabato 6 marzo 2010
Il nastro bianco
La Germania prenazista immersa nella cultura dell'ordine piccolo borghese dove ogni diversità deve essere eliminata e il nastro bianco sul braccio è sinistramente antesignano della svastica sul braccio delle SS.
Per immagini, dialoghi e ritmi oppressivi ci viene visualizzato quello che Mosse aveva descritto in La nazionalizzazione delle masse, tedeschi che erano già nazisti prima che Hitler codificasse in riti e massacri la paranoica voglia di legge e ordine che nel film viene inoculata con la violenza sui bambini, sulle donne, sui sottoposti, fino all'assurdo di disgregare una società che si vuole unita e ordinata anche con la forza.
Solo l'amore del maestro con una Eva, ancora immune di ogni peccato, è la speranza della rinascita di un popolo colpevole nella sua interezza.
Per immagini, dialoghi e ritmi oppressivi ci viene visualizzato quello che Mosse aveva descritto in La nazionalizzazione delle masse, tedeschi che erano già nazisti prima che Hitler codificasse in riti e massacri la paranoica voglia di legge e ordine che nel film viene inoculata con la violenza sui bambini, sulle donne, sui sottoposti, fino all'assurdo di disgregare una società che si vuole unita e ordinata anche con la forza.
Solo l'amore del maestro con una Eva, ancora immune di ogni peccato, è la speranza della rinascita di un popolo colpevole nella sua interezza.
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