mercoledì 20 febbraio 2008

La guerra di Charlie Wilson

Se non danno l'Oscar a Philip Seymour Hoffman, allora anche l'Academy Award è tutta una pastetta.
Un film da vedere senza ascoltare le critiche troppo incentrate su una visione della politica all'italiana o troppo di una sinistra che non può sopportare che l'Unione Sovietica fu sconfitta in Afganistan da un oscuro deputato americano, beone e puttaniere, con uno staff di segretarie che vale tutto il film.
Qualcuno l'ha definita una satira, non hanno capito che è un pezzo di storia e quell'understatement è parte del modo di essere di una certa calsse sociale americana che ha il difetto o il pregio di crederci veramente nella lotta per la libertà
La scena più importante è la penultima dove si comprende dov'è origina l'11/9.

Tom Hanks grande, Julia Roberts, che finalmente mostra di essere anche molto ben carozzata, è eccezionale, bel cameo di Emily Blunt, ottima Amy Adams che dimostra che il cinema americano (l'unico che si può chiamare cinema?) ha sempre nuovi talenti, davanti ai quali nessuno dei nostri mostri sacri attuali può competere.


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